Il guardiano
Una lama di luce ferisce i miei occhi cisposi che, infastiditi, si aprono. Sento nella bocca il sapore ruvido e amaro del sangue rappreso. Sono in un letto, con le coperte tirate su. Nella stanza c’è anche una poltrona: il vicesceriffo Terence Gray dorme scomposto su di essa; mi fa la guardia. Ora la riconosco: è la camera da letto di Terry. Sento ancora il nostro odore attaccato alle pareti. Ma forse è solo una mia impressione.
Mi ricordo della mia ferita. Scosto le coperte: sul mio basso ventre, vedo una grossa fasciatura con quattro macchie di sangue coagulato. Faccio una smorfia. Istintivamente, mi porto una mano su di essa. La tocco: non mi fa male. Incredula, comincio a muovermi: voglio alzarmi. Non mi fa male.
Faccio troppo casino. Terry si sveglia di colpo. Mi vede, si alza in piedi, viene verso di me. «Come stai?» dice, preoccupato.
«B-bene» sussurro. «Terry… cos’è successo? Come sono finita qui? L’ultima cosa che ricordo…»
«Quando lo sceriffo Hester se n’è andato, mi sono accorto che eri sparita» mi interrompe. «All’inizio, ero molto preoccupato, poi mi sono ricordato come sei fatta…»
Come sono fatta?! penso. Ma ha ragione: l’ho mollato là da solo, e non è la prima volta. Mi lamento tanto di come gli altri mi trattano, ma sono io la prima a crollare quando le cose si mettono male.
«Mi sono comunque messo a cercarti in città» Terry continua. «Non so bene cosa sia successo, ma ho cominciato a vedere una strana traccia di fumo rosso. Mi chiamava a sé con la stessa forza di quando vedo loro, quelle cose…
«Poi ha cominciato a far buio, ma io ho continuato a seguire la pista, sono finito nel bosco, ho visto il furgone di Ferrell. Quando sono arrivato, ti stava aggredendo.
«Non so bene come, ma ho cominciato a urlare e lui si è allontanato. Era come se volesse farci a pezzi, ma non poteva… Sono stato bravo: non ho avuto paura. Sono rimasto là, fermo. Quando ho tirato fuori la pistola, se l’è filata. Volevo chiamare un’ambulanza ma, mentre ti tamponavo la ferita, ho sentito come un grande calore passare da me a te e ha cominciato a rimarginarsi lentamente.
«Allora ti ho tirata su e ti ho portata qui. Ho chiamato il dottor Allen, un mio amico. Non sai che fatica schivare le sue domande… alla fine ha detto che sei stata fortunata. Se solo avesse visto quella ferita all’inizio…»
«Terry, c’è una cosa che devi sapere…»
«Sì, lo so: è quasi del tutto guarita. Ti ho rifatto la medicazione meno di un’ora fa».
«No, non è questo che intendevo. Lo sceriffo Hester: è una di loro!»
L’espressione di Terry cambia. Ora ha paura.
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